V5 – G4/5/6 • Uphill train
G4_ Abbiamo appuntamento alle 8:30 con tutto il committee. Prima però passiamo a vedere lo stato del cantiere. Tutto il pavimento è stato tolto, e rimane solo il cemento sottostante che conserva l’impronta della tessitura dei mattoni divelti, ed il colore. Ovviamente le operazioni hanno sollevato molta polvere, e infatti i muri precedentemente imbiancati sono ormai sfumati di rosso e arricchiti delle impronte degli operai che non faccio fatica ad immaginare appoggiati alle pareti senza ritegno. Sporco ovunque, inclusi gli exhibit che per fortuna sono stati sapientemente impacchettati. I vetri delle finestre sono stati montati utilizzando maldestramente un’enorme quantità di stucco per vetri bianca, mai ripulita. Siamo un po’ sconfortati.
Facciamo una riunione con il management locale. Il committee così come lo avrebbe voluto il Memorandum of Understanding è finalmente riunito, e si scambia lamentele reciproche alternati a tentativi di atteggiamento costruttivo. I punti di vista dissonanti dei diversi partners si sintetizzano così: “Non ci avete mai supportato!” e “Non ci avete coinvolto!”. Semmai vi interessasse farvi un’opinione, potete sempre rileggere da capo il mio parzialissimo blog senza aggiungere altro qui. Concludiamo il meeting con una visita sul posto, dopodiché resto con Tarimo per cercare di prendere insieme le redini di una piccola infinità di magagne. Tentiamo di fare una schedule per mettere in ordine le cose da fare visto che il tempo stringe in modo preoccupante. Il diagramma di Gantt in Africa! Ora pere sia possibile e addirittura necessario, ma non ci credo mica.
Dopo pranzo incontro Ovin, il falegname che si occupa da mesi e mesi dei pannelli del controsoffitto. Alcuni non sono allineati, alcuni hanno problemi di termiti (il bambù va trattato) e altri non sono ancora fatti. Adesso assicura che finiremo entro sette giorni, ma non ci credo mica.
Vedo anche un falegname che si occuperà di migliorare e modificare i banchi del mercato ed il loro tetto in paglia. Anche qui, mi si dice che cominceranno domani e anche qui non ci credo mica.
La sensazione generale è che i lavori, da agosto ad oggi, non solo non abbiano continuato ma addirittura abbiano iniziato a regredire. I miglio paragone che mi viene in mente è un treno in salita. C’è bisogno di tempo perché acquisti velocità e se la spinta finisce decelera, si ferma e magari inizia ad indietreggiare. Credo che dovremo adesso spendere prima energie per arrestare questo indietreggiare, e poi spenderne altre perché torni in moto e arrivi a destinazione, per forza di cose in tempo.
La presenza di Elisa si dimostra una risorsa da impiegare immediatamente. Essendo qualificata nel settore tessile, si offre di aiutarmi a sviluppare le tende necessarie ad allestire la Room 4, per la quale si prevede un ambiente che rimandi ad una tenda da campo di ricercatori in foresta. Ci saranno foto trappole, cartografie e animali esposte nonché il “Sound of the Forest”, cioè un piccolo ambiente in cui vorremmo restituire la sensazione di entrare in foreste con suoni, luci e rami d’albero. Con una bozza di idea in mente andiamo a prendere il tessuto acquistato ad agosto e conservato all’ufficio di Mazingira a Mang’ula A, e poi ci rechiamo dalla sarta per conoscerne la disponibilità.
Alla sera, ci concediamo una cena al Twiga.
G5_ In teoria questa mattina avremmo un altro meeting ma dei Tanapa non si presenta nessuno. Non riusciamo a dispiacercene. Nel VIC stanno letteralmente picconando il pavimento e lo spettacolo è scoraggiante, ma non voglio ancora perdermi d’animo. Discutiamo della possibilità di realizzare una brochure con una mappa del parco. Ne avevo già impostato una bozza e adesso si tratta di definirne i contenuti. Riprendo speranza di riuscire a far dipingere la stessa mappa, enorme, anche su un lato della seminar room: i turisti potranno fermarsi in gruppo a decidere quali sentieri percorrere in base alla difficoltà a al tempo a disposizione.
Andiamo dalla sarta con le idee più chiare e nientemeno che dei cartamodelli. Sembra che lei ed Elisa si capiscano e quindi le lasciamo il materiale e restiamo d’accordo di tornare tra un paio di giorni a vedere il lavoro. A quel punto le commissioneremo invece camice e vestitini da farsi coi kanga colorati di qui, per maggior piacere di tutti.
G6_ Questa mattina lavoro un po’ al centro, prevalentemente alla mappa e alle brochures. Ricevo la scheda elettorale per le prossime elezioni politiche italiane. È infatti prevista la possibilità di votare dall’esterno anche per chi è lontano da casa per motivi di lavoro anche solo temporaneamente e quindi ne ho fatto richiesta. L’ambasciata italiana non ha perso un momento e mi ha spedito il plico a Mang’ula, suscitando l’ammirazione dei ragazzi di qui che si congratulano di tanta democrazia. Vorrei fosse vero. In ogni caso, mi diverte molto votare da un luogo tanto remoto.
In mattinata Pima e Silvia vanno a Ruaha per recarsi in banca. Li seguiamo anche io ed Elisa perché ho speranza di trovare la vernice marrone per gli esterni, dato che i miei assurdi tentativi fatti ad agosto di creare un colore localmente. Elisa invece punta al fornito mercato di kanga e kitenge. Sono fortunato: finalmente un negoziante mi mostra una paletta colori della GoldStar, all’interno della quali trovo delle tonalità accettabili. Ne discutiamo insieme e propendiamo per una soluzione abbastanza delicata. Non mi sbilancio comunque e acquisto solo un secchio con l’intenzione di fare una prova domani.
Sulla via del ritorno ci fermiamo al VIC per lasciare il materiale. Cogliamo l’occasione di trasportare un po’ degli elementi pronti per il controsoffitto dal laboratorio di Ovin al cantiere. Discutiamo con quest’ultimo per spiegargli anche alcuni dettagli in legno ancora non realizzati per i mobili e gli allestimenti. Nel VIC, è stato già rifatto il nuovo massetto e l’aspetto inizia a tornare sotto controllo. Domani faranno il massetto nell’edificio dei seminari. Anche fuori ci sono differenze: hanno iniziato a piantare l’erba e a confinare le aiuole, e i banchi del mercato sono già stati tutti modificati quando io ad agosto ho impiegato un mese intero a farmeli fare. Inutile fermarsi a pensare quanto agevole sarebbe stato il lavoro se avessimo avuto l’ingegnere locale sempre qui a darci supporto. Mi limito ad assaporare un cauto sollievo nel constatare che le cose stanno procedendo e che tutto sommato siamo ragionevolmente nelle previsioni del nostro diagramma di Gantt tanzaniano!