V4-G8/9/10 • Nane nane
G8_La mattina vado nel magazzino e faccio io un inventario delle parti metalliche avanzate dalla costruzione del tetto. Qualche mese fa Pima mi aveva mandato una foto, e constato adesso che mancano molte cose. Qualcuno dovrà pure averle prese. Il problema è che sarà necessario modificare i supporti per gli allestimenti che avevo pensato dovessero essere basati sulle rimanenze.
Sono ancora indeciso sul trattamento superficiale interno delle pareti. In fase di progetto era mia intenzione lasciare i blocchi Hydraform visibili ed accontentarmi della tinteggiatura. Dopo la realizzazione ho iniziato a mettere in dubbio questa idea. La muratura Hydraform, realizzata secondo le prescrizioni del manuale dell’azienda, è posta in opera senza malta. Io non ero presente quando sono state innalzate le pareti, e quando le ho viste realizzate era troppo tardi per decidere se introdurre l’uso di malta. Col senno di poi, credo che un “filo” di malta avrebbe contribuito a colmare i vuoti che la muratura a secco, per quanto basata su elementi interlocking ed estremamente geometrici come i nostri, lascia in qualche punto. Per colmare questi vuoti abbiamo fatto delle prove utilizzando gesso, con l’idea di mantenere visibile la tessitura sottostante. Alla fine, però, opto per intonacare anche gli interni.
G9_Oggi è il Nane-nane Day, cioè l’otto-otto, festa nazionale in Tanzania che celebra gli agricoltori. Per i meno esperti in costumi africani, resta il mio compleanno. Forse per farmi un regalo, molti della squadra di intonachisti sono comunque al lavoro oggi. Dopo aver passato circa un’ora in cantiere, torno all’UEMC perché devo mettere a punto l’ordine dei materiali metallici per la produzione delle porte e di dettagli vari di finitura. Dovevo immaginare che anche questa volta avrei dovuto occuparmi direttamente della cosa: spendo la mattina ad ottimizzare l’utilizzo della piastre di acciaio, disegnando i tagli da compiere su ognuna. Una specie di puzzle affatto divertente. L’avvenimento più interessante della mattinata si rivela così essere l’arrivo di alcune scimmie sul nostro portico, per niente spaventate dalla nostra presenza anzi sostanzialmente padrone in casa nostra. Si tratta di alcuni giovani mangabey che essendo cresciuti nell’ambiente decisamente protetto costituito dal giardino dell’UEMC non hanno alcuna paura che metta freno alla naturale curiosità.
Nel frattempo ricomincio a trattare materiali con indiani sconosciuti via Whatsapp come a gennaio. Sono stupefatto di come i prezzi delle cose varino considerevolmente ogni singola volta che i venditori vengono interpellati, non necessariamente al rialzo. È come girare la ruota della fortuna!
Nel pomeriggio vado con Pima al laboratorio – diciamo così – di uno dei falegnami che lavoreranno per noi. È situato a Mang’ula proprio di fronte all’ufficio di Mazingira. Dopo averne discusso un po’ con l’aiuto di Pima, lo incarico di produrre il piano che ho disegnato per il Discovery table, uno dei pezzi dell’allestimento che arrederà il VIC. Ci dicono che sarà pronto entro una settimana. Me ne vado a dormire tutto sommato di buon umore. Lala salama.
G10_Durante la colazione nel portico, lo spettacolo di oggi è offerto dalle manguste che si inseguono in giardino. Saranno almeno una ventina. Vado in cantiere e confermo con Balele la lista dei materiali da acquistare. Ricordo ai distratti che tanta precauzione prima di effettuare l’ordine è giustificata dal fatto che ogni singola parte metallica che si acquista deve arrivare da Dar, con conseguenti spese e tempi morti. Quindi deve esserci tutto. Discutiamo dei dettagli della realizzazione delle porte, che sarà senz’altro la vera avventura dei prossimi giorni.
Gli intonaci sono quasi finiti. Mi comunicano che dalla direzione del parco vogliono discutere con me della pavimentazione che intendo far mettere in opera. Questo mi contraria per molte ragioni, ma non mi sorprende visto che è dal 2014 che so della loro perplessità. Metteremo a terra i semplici mattoni locali prodotti a mano, e non certo delle piastrelle in gres di terza scelta di origine cinese. Per quanto si possa fare esercizio di comprensione delle diverse prospettive, non sono disponibile alla mediazione culturale su questo tema. E non sono disponibile proprio adesso e dopo tanta fatica non condivisa. E, semplicemente, questo è il mio cantiere: arrivato a questo punto e in questo contesto specifico sento che queste scelte sono ancora più una mia responsabilità che un mio diritto. Per evitare di essere scortese con qualcuno torno all’UEMC, e passo la restante parte della giornata a preparare gli esecutivi per la produzione dei pannelli del controsoffitto. Meglio non lasciare al caso neanche quelli.