V3 – G7/8/9 Hapa kazi tu
G7_ Non ho notizie di Dudu. Lo chiamo alle otto e mi dice che è ancora senza energia elettrica e che quindi non può collegarsi ad internet. Per controllare l’email ci metterà un paio di ore perché deve andare non so bene dove. Inizio a mal sopportare la sensazione di perdere il mio poco tempo a disposizione qui aspettando. Decido di impiegare il tempo predisponendo comunque i disegni con le misure di dettagli delle parti del tetto. Si tratta di ricostruire la lieve pendenza del tetto attraverso l’assemblaggio di una serie di elementi di supporto di altezze diverse. Per questo, è importante fornire l’esatta lunghezza di taglio per ogni componente. Non disponendo di un plotter di largo formato, la difficoltà di questo lavoro sta nell’essere sintetico ma esauriente e chiaro, soprattutto agli occhi della manodopera locale che deve essere capace di comprendere i disegni senza equivoco. Questa fase del lavoro comporta necessariamente mettere mano di nuovo alla lista dei materiali necessari: con l’occasione verifico di nuovo la lista redatta da Dudu per l’acquisto dei materiali. Mi pare ci sia margine di ottimizzazione.
G8_ Mi sveglio e disegno prendendo in prestito una scrivania dell’Udzungwa Ecological Monitoring Centre. Dudu dice che viene sabato ma io gli chiedo di anticipare a domani. Intanto mi comunica che, finalmente, la ricerca della giusta lamiera grecata abbia dato qualche frutto. Il problema è che per averla bisognerà aspettare un mese, e a quel punto di certo io non sarò più qui. Inutile sottolineare quanto sia irritante dover gestire questo tipo di situazione quando il tempo per organizzare le cose necessarie era più che disponibile. Per mesi ho ripetutamente sottoposto la questione via email ma prima di essere qui di persona, per quanto appaia difficile a credersi, è stato letteralmente impossibile ottenere risposte concrete da chi doveva provvedere al supporto tecnico locale. Ora che ci siamo chiariti a proposito delle specifiche della lamiera necessaria, risolviamo di spendere ancora un giorno per verificare se presso altri rivenditori ci sia disponibilità più immediata. Ragiono su come organizzare il cantiere nel caso in cui bisognasse aspettare per la lamiera, che nell’ordine di costruzione che avevo in mente serve presto. In quel caso bisognerebbe ordinare il materiale in due fasi, e focalizzarsi sulla produzione e sul taglio a pié d’opera delle parti metalliche del tetto.
Verso l’ora di pranzo arriva Raimondo in compagnia di Silvia. Lui è qui per promuovere la protezione delle foreste locali attraverso progetti specifici che vorrebbe mettere a punto. Attraverso il supporto e la conoscenza del territorio di Mazingira, spenderà i prossimi giorni visitando la zona e valutando concretamente le possibilità di azione.
G9_ Anche oggi, disegno disegno disegno. Inizio ad essere soddisfatto della mia attività di sintesi. Questi fogli saranno anche utili per fugare ogni dubbio nella discussione con Dudu, che avverrà domani. Ho immagini che documentano ogni fase della costruzione, tanto che potrei farci una gif. Anzi, ecco che la faccio.
In mattinata ci rechiamo al parco. Mostro a Raimondo il cantiere (purtroppo fermo ed ancora avvolto nei teli blu). Già che siamo sul posto, discuto con Francesco del mercatino. Infatti, un ulteriore passaggio oltre alla costruzione del VIC è la predisposizione di un mercatino artigianale locale ai piedi del VIC stesso. Questo progetto ha ottenuto un finanziamento autonomo ed è destinato a potenziare ulteriormente l’offerta turistica, ponendo in questo caso attenzione alla partecipazione della popolazione locale. Su questo argomento, tornerò presto.
Segnalo un simpatico scambio di battute via sms. Dudu mi da appuntamento domani mattina alle 4:00 ap. Immagino abbia sbagliato a digitare, ma lui conferma. Sono perplesso e addirittura c’è una parte di me che mi dice “meglio presto che tardi”. Ma l’appuntamento è per le 10:00. Mi spiegheranno infatti, ridendo, che in Tanzania (e in altri paesi africani? perché dovrei googolarlo io per voi?) vige anche una maniera alternativa di conteggiare le ore del giorno secondo la quale alle sette di mattina è l’una ante meridiem. In sostanza l’orologio inizierebbe a contare le ore all’alba, cosa che potrebbe persino avere senso se non fosse che c’è un mondo lì fuori che d’abitudine fa diversamente. Me incluso, che non ne sapevo niente.
Alla sera cuciniamo qualcosa a casa e ci riuniamo a mangiare insieme nel portico dove c’è una gradevolissima temperatura. Siamo un gruppetto di circa dieci persone protette da un pipistrellino che, attratto dalla luce accesa, ci svolazza intorno facendo razzia di insetti e zanzare.