V3 – G10/11/12 Steep way
V3 – G10_ Dudu arriva con un po’ di ritardo, ma non mi scompongo certo. Finalmente abbiamo modo di parlare di tutti gli aspetti del progetto. Prima gli mostro quelle che secondo me dovrebbero essere le fasi della costruzione, poi i dettagli di ogni singola parte. Mi sembra concordare sulla fattibilità e semplicità dei processi, cosa che d’altra parte è alla base del progetto del VIC. Con una certa pazienza, passiamo attraverso il computo metrico per essere sicuri delle specifiche offerte dai venditori (speranza praticamente vana) e delle quantità necessarie che inizialmente erano state compilate da Dudu. Questa operazione mi permette di fare tagli considerevoli alla lista degli acquisti, ottimizzando l’utilizzo delle parti metalliche attraverso la razionalizzazione dei tagli dell’acciaio. Sembra inoltre che abbiamo trovato una squadra di operai sufficientemente competenti a cui appaltare la produzione e l’assemblaggio delle componenti metalliche. Discutiamo di costi e tempi e poi chiediamo un’offerta formale.
Lavoro con Dudu ininterrottamente fino pomeriggio inoltrato, poi lui se ne va. Oggi la temperatura è tornata a salire e ormai non ho più voglia di mangiare. Incontro Pima a cui riferisco la situazione. Rimaniamo d’accordo che risolveremo tutto lunedì. Non prima perché ormai si avvicina la domenica. Proprio a questo scopo, vado al parco ad acquistare i biglietti di ingresso per l’escursione in foresta che Francesco e Silvia stanno organizzando per domani. Naturalmente non voglio perdere questa occasione. Sono intanto tornati anche Silvia e Raimondo, che hanno passato la giornata nei villaggi per incontrare la popolazione locale. Ne tornano con un pollo che qualcuno ha voluto regalargli, che però adesso bisogna cucinare. Dopodiché, a letto presto perché la sveglia è alle sei!
G11_ Partenza alle sei e mezzo. Faremo un cerchio di circa 16 km di cammino, salendo il monte fino ad un’altitudine di circa 800 m, dove la foresta assume le caratteristiche che la rendono tanto speciale. Saremo in cammino tutta la giornata: io, Silvia, Francesco, Raimondo, Job (un ricercatore olandese qui per qualche giorno), un collaboratore locale di Mazinghira ed un ranger del Tanapa.
Per le sette di mattina siamo già interamente zuppi di sudore, per via del caldo umido e della ripida salita che affrontiamo. Ammetto che non ero preparato per una simile faticaccia, ma una volta inoltrati in foresta non ho più avuto dubbi sul fatto che ne valga la pena. Il sentiero, a volte interrotto da enormi tronchi crollati, ci induce ad attraversare più volte un torrente fino ad incontrare una cascata dove possiamo rinfrescarci. In realtà il clima è già cambiato e a questo punto fa quasi freddo, soprattutto perché i nostri abiti sono ancora bagnati.
Gli alberi intorno a noi, che a differenza dei miei compagni di escursione non so riconoscere, hanno proporzioni colossali. Senza esagerare si può dire che molti di questi raggiungono i cinquanta metri di altezza. Ci sono scimmie che agitano le fronde molto in alto sopra le nostre teste. Si tratta di kolobi rossi e mangabi, animali che tendono a tenersi a distanza. In alcuni tratti del percorso si riconoscono le impronte degli elefanti. A me sembrava incredibile ma malgrado la stazza gli elefanti riescono ad arrampicarsi sui monti e ad aprirsi la strada nella fitta vegetazione. Al ritorno dall’escursione sono stremato e decisamente bisognoso di una doccia. Alla sera ci concediamo un po’ di relax al vicino lodge Hondo Hondo, non distante dall’UEMC.
G12_ Oggi abbiamo intenzione di concludere il processo degli acquisti. Insieme a Pima iniziamo a far telefonate ai rivenditori di dar, per fugare ogni dubbio riguardo ai materiali che stiamo acquistando. È un po’ come camminare su un terreno cedevole: ad ogni chiamata le specifiche ed i prezzi variano in maniera quasi fluida e pare impossibile avere certezza. Fortunatamente siamo di buon umore e prendiamo la difficoltà per il verso giusto. Molti degli scambi avvengono tramite whatsapp attraverso cui ci inviamo reciprocamente fotografie del monitor o di appunti scarabocchiati a mano. Posso constatare, come avevo già notato in occasione della mia prima ricognizione a Dar es Salaam, che i rivenditori di materiali metallurgici sono tutti indiani, o almeno di origine indiana.
Abbiamo anche modo di accordarci con la squadra degli operai per l’inizio dei lavori. Saranno qui domani. Nel tardo pomeriggio ci rechiamo al VIC dove ordino di rimuovere i teli blu di protezione. Ormai è urgente che io rilevi le dimensioni effettive dell’edificio più piccolo, apparentemente sbagliate in fase di costruzione. Questo significa che il progetto delle parti metalliche (tagli e piegatura) deve essere rimodulato sulla base delle nuove dimensioni. Lo farò domani mattina.