V2 – G6
VIAGGIO 2 – GIORNO 6
Come? Questa notte è piovuto? Io non ho sentito niente. L’appuntamento è alle 8:00 all’ufficio del chief of the park per la riunione in cui siamo una decina. Ci danno un foglio con l’ordine del giorno di oggi; la mia sopravvivenza è al punto 7 e non vedo cosa ci sia da tanto discutere. Malgrado ci conosciamo già tutti ci viene chiesto di presentarci a turno. Poi il chief chiede a Silvia di leggere l’intero rapporto della riunione precedente e come se non fosse abbastanza anche di leggere l’intero Memorandum of Understanding tra Tanapa e Nadir (che è capofila del progetto per la realizzazione del VIC). Così facendo, passa un’ora buona e Silvia perde il fiato. Dopodiché finalmente si possono affrontare i punti in maniera tutto sommato positiva.
Fuori, intanto, una quindicina di operai sono al lavoro con la pala per caricare su un camion i cumuli di terra superficiale da rimuovere. Il terreno è ormai quasi sgombro.
Mi metto al lavoro con Tarimo, nell’ufficio della Park Ecologist che tanto adesso è fuori per un convegno. Parliamo prima delle cose imminenti, e in modo particolare le opere di fondazione. Quote di imposta, schema generale e dettagli. Io gli illustro i disegni che ho portato dall’Italia e mi pare che siamo d’accordo sulla maggior parte delle operazioni. Abbiamo anche occasione di discutere di aspetti meno urgenti, come la struttura metallica di copertura. Quello che sarà problematico in quel caso è il coniugare la progettazione (architettonica, tecnica e strutturale) degli elementi con l’effettiva disponibilità di materiali e la fattibilità delle lavorazioni. Proprio allo scopo di tradurre all’effettiva fattibilità i dettagli della copertura, il coordinamento con il local enineer è fondamentale.
Una volta tornano al monitoring centre cerco di postare alcune immagini, ma internet oggi dice no. Mi devo rassegnare per forza. Intanto, discuto con Silvia su come si potrebbe strutturale il racconto per il video. Alle sette abbiamo la cena a casa di Emanuel e Miranda. Questa volta, per essere un ospite meno peggio, mi metto una kurta che ho saggiamente infilato nello zaino. Più di così non posso spingermi. Alle otto vengono a prendere me, Silvia e Massimo. La casa è molto grande, circondata da un giardino delimitato da un alto muro. Dal cancello, l’auto si infila direttamente in un garage un po’ rialzato da terra. Un cagnetto simpaticissimo viene a farci delle feste. I padroni di casa ci accolgono calorosamente: tra famiglia e invitati siamo in tutto una decina e veniamo condotti dentro, dove un tavolo è apparecchiato con un ricco buffet preparato da Mama Miranda e dove mangeremo nella grande sala seduti sui divani. Alla televisione un dvd mostra una gospel competition che ha visto sfidarsi, l’anno scorso, i migliori gruppi del paese. Poi, videoclip sudafricani in lingua zulu mentre noi beviamo birra e – di nuovo – il Dompo. Torneremo a casa tardissimo: alle 22:30 sono nella mia stanza a schivare le zanzare.