V2 – G3
VIAGGIO 2 – GIORNO 3
Ho integrato le immagini al post di ieri e qualcuna a quello di oggi; questo non significa che riuscirò a farlo subito anche a quello di domani perché la connessione internet funziona apparentemente solo a proprio piacimento.
Ci svegliamo presto ma è una scelta fino a un certo punto: tra luce, calore, pollastri e preghiere non si rischia mai di far tardi. Vado a fare colazione da Silvia con il mai troppo lodato Africafé. Constato che gli stradelli che collegano le strutture del monitoring centre, realizzati coi mattoni artigianali che tanto mi piacciono, sono cambiati in maniera molto visibile da agosto ad oggi. Curiosamente, ogni tratto ha subito modificazioni diverse (annerimento, muschio, spaccature; altri sono ok) a dimostrazione della variabilità della produzione in termini qualitativi. Sarà davvero una buona idea usarli come pavimentazione per il VIC, come vorrei? Certo, questi stradelli sono esposti alle intemperie, ma sono preoccupato lo stesso.
Silvia mi fa sapere che il chief of the park non è in zona da quasi due settimane, e che non tornerà neanche per i prossimi due o tre giorni. Questa assenza, o più esattamente l’assenza della sua firma, ha rallentato la fase di acquisto dei ricambi del macchinario Hydraform che quindi è tutt’ora inattivo. Tra gli altri disguidi, l’assenza della firma comporta anche il mancato accesso ai fondi per vivere qui, ma d’altra parte non ho grandi spese in programma nell’immediato.
Andiamo comunque al parco a vedere come stanno le cose. Già da qualche settimana, avevo richiesto di ripulire l’area di costruzione da vegetazione varia, erba e radici, e di eliminare tre alberi da me indicati la cui posizione non è assolutamente compatibile con la costruzione. Niente di tutto questo è stato fatto perché, dicono, aspettavano il mio arrivo per sapere con esattezza quale radice strappare. La risposta era “tutte”. Constato invece che quattro degli alberi che avevamo deciso di salvaguardare, e che erano in ottima salute in agosto, sono seccati inesorabilmente. Sono stupito di questo fatto, probabilmente dovuto alle modificazioni circostanti come la rimozione di liane e cespugli vari, o al rapido cambiamento delle condizioni di illuminazione. Basta così poco? Decidiamo che saranno ripiantati nella stessa posizione confortati dal fatto che la crescita, qui, è rapidissima.
Passiamo a dare un’occhiata superflua alla macchina Hydraform, che giace mezza smontata dove l’ho vista l’ultima volta. Però, alcuni tecnici dell’azienda sono venuti nelle scorse settimane ad ispezionarla, e sono pronti ad arrivare qui coi pezzi di ricambio non appena i fondi saranno sbloccati. Dovrebbe accadere nei prossimi 2-3 giorni.
Dopo queste considerazioni, torniamo al centre dove ho la possibilità di mettermi un po’ al lavoro in ufficio ed usufruire della connessione internet, che però rifiuterà tutto il pomeriggio di uploadare anche le immagini ridimensionate che volevo postare qui nel blog.
Silvia e Massimo nel frattempo vanno al villaggio a girare. Visto che non ho scellini, Silvia mi invita a frugare nel suo frigorifero per prepararmi il pranzo in sua assenza. Mi diverto a sperimentare facendomi un riso condito con soffritto di cipolle, banane e pilau masala tanzaniano (un intruglio di speziette tra cui si riconosce la cannella che devo per forza procurarmi prima di andare a casa). Non male.